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Negli "X-Men" creati negli anni Sessanta da Stan Lee per i Marvel Comics erano contenute molte idee trasferibili a un universo post-Blade Runner nel quale i replicanti dotati di superpoteri hanno trovato un controverso diritto di cittadinanza. Il film di Singer parte bene, con un antefatto in un lager nazista, con lo shock dell'adolescente Rogue e il suo viaggio, con il faccia a faccia tra il Professore e Magneto. Ma poi si concentra sull'ennesima esibizione di effetti speciali. Non resta che rimpiangere la fantasia lussureggiante e addolorata di Tim Burton.
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