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I vampiri di Carpenter non vivono in castelli isolati, non dormono nelle bare, né patiscono l'odore dell'aglio e la vista della croce; temono solo la luce e i picchetti conficcati nel cuore. Carpenter, pur non esercitando il suo mestiere al meglio delle sue possibilità, sforna un horror dall'intensa suspense e dall'ironia tagliente nel quale ritroviamo le ossessioni che hanno fatto grande il suo cinema, prima tra tutte quella del western. Perché "Vampires" si può leggere come l'ennesimo western mascherato diretto dal regista, che in realtà non ne ha mai diretto uno.
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