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Un equilibrio per definizione fragile. Più interessante che bello il film di Bekmambetov, che per certi versi pare un B-movie americano destinato all'home entertainment, con alcune goffe commistioni tra estetica del videogame e dell'action metropolitano. Però questa visione della Russia post-sovietica ancora succube della burocratizzazione (per addentare le vittime, i vampiri hanno bisogno di un permesso scritto!) è affascinante. Così come diverte che i guardiani della notte (i buoni) abbiano come sede della propria organizzazione la centrale elettrica. Non è soltanto la concretizzazione di un'ovvia metafora come quella della luce, ma un segmento di immaginario per il quale l'epicentro del Bene sta dove si soddisfa un bisogno primario ("nazionalizzato") come quello dell'energia. Inevitabili due sequel, ma con molti più soldi a disposizione.
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