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Il miglior film di Umberto Lenzi, anche co-autore di una sceneggiatura che sembra a volte enfatica ma è solo scritta con partecipazione. Il regista è abile nella messa in scena. Soprattutto, però, tratta la guerra secondo un'ottica anarchica: le "nazionalità" sono simboli effimeri che dividono l'umanità, e ogni guerra è una guerra "civile".
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