Note |
Jeunet, pur apertamente disinteressato alla parte action del film (che è infatti la più debole), si è trovato a casa propria nei cunicoli tecnologici-fatiscenti della base spaziale Auriga, tra i cloni mal riusciti, i mostri da laboratorio, nel vivaio di alieni "impiantati" negli umani. Il film è segnato dal suo senso nerissimo del grottesco e, naturalmente, dalla presenza dominante di Sigourney Weaver, eroina tornata dal regno dei morti, ormai "mutata", disseccata e cupa, capace di un rapporto quasi carnale con l'alieno (che, in fondo, è carne della sua carne). La sua ostinazione a proteggere l'umanità (lei che non è più umana) la consegna quasi alla tragedia.
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