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Non inizia Miami Vice. Prosegue. Parte senza soluzione di continuità da un punto indefinito nel tempo, all'interno di una discoteca. Ed è subito un rincorrersi di sensazioni, con l'adrenalina che pompa tra i singulti di un montaggio preciso come il quattro quarti di una batteria rock. A Michael Mann interessa il flusso dell'azione, lo scorrere delle cose, la velocità non telecomandata: quella della morte contro la quale ci si sfracella in tangenziale, oppure quella degli off-shore sul mare che sfida gli occhi.
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