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Operazione filologica in senso stretto, quella di Gus Van Sant: rifare "Psycho", praticamente inquadratura per inquadratura, movimento di macchina per movimento di macchina; infatti la costruzione visiva degli effetti speciali terrificanti di Hitchcock (il montaggio spezzato della scena della doccia, lo zoom più carrello della caduta di Arbogast), realizzata elettronicamente nella nuova versione, è identica. Così Anne Heche (sempre un po' fastidiosamente prima della classe) e Vaughn (bravo) mimano, vezzo per vezzo, le interpretazioni di Leigh e Perkins. Quanto al colore, la scelta di Van Sant e del direttore della fotografia Chris Doyle è correttamente caduta sui toni anni Cinquanta, come "Caccia al ladro" o "Intrigo internazionale". Proprio perché identico al primo (tranne un paio di inserti e un accenno di masturbazione), "Psycho" è bello e pop.
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